lunedì 3 febbraio 2014

LE MIE ALI


In questo brutto brutto periodo in cui ci troviamo a vivere, si sente molto spesso la parola "lavoro".

Ecco, vorrei sostituire questa parola con "ali". 

Lavoro ed ali sono la stessa cosa. 

Con le ali, ti puoi alzare da terra. Puoi vedere il mondo. Puoi partire quando ti va. Scegliere dove migrare. 

Ogni sera mi addormento e penso alle mie ali. 

La mattina, con fatica, mi sveglio e penso "se avessi quelle maledette ali". 

Non sono una di quelle persone che non sanno da che parte vogliono andare, fin da quando sono stata in grado di reggermi sulle gambe, da quando ho sostituito il ciuccio con un Big Bubble, la mia passione è stata la mia freccia, quella che sapeva sempre indicarmi quale fosse la direzione più giusta per me.

Non sono una persona pigra, ogni mese mi dò degli obiettivi, ogni giorno scrivo sulla mia agenda le 350 cose da fare per poter raggiungere quegli obiettivi. 

Insomma, so che cosa voglio, ma finché sarò senza "ali" non potrò fare altro che...che? 
Che trovare giustificazioni, darmi speranze, dare colpe al tempismo sbagliato, allo Stato sbagliato, agli stronzi politici quaqquaraqquà bastardi che ogni sera mia madre guarda in tv, agli asini che volano. 

Se avessi la lampada di Aladino e potessi esprimere un desiderio, uno solo, tutto per me, chiederei solo una cosa: le mie bellissime ali. 

"Pareva una rondine posatasi un momento a terra che già trema dal desiderio di riprendere il volo". 
Sto tremando.











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